Alto sulla riva destra del Tevere, il borgo di Nazzano offre da oltre mille anni una vista che ha pochi paragoni dominando le anse che il “biondo” fiume disegna tra i campi gialli per il grano ed il verde dei boschi nella sua corsa verso Roma. La stessa vista di cui nei millenni hanno goduto prima gli etruschi e poi i romani e dopo ancora tutti quei viandanti che, chi per commercio chi per recarsi pellegrino alla città eterna, hanno usato Nazzano per imbarcarsi e percorrere così l’ultima tratto di fiume verso la loro metà.
Il pendio scosceso su cui è sorto il nucleo originario dell’abitato lo ha salvato dall’urbanizzazione incontrollata che ha invece operato danni irrimediabili altrove e consente ancora oggi al suo incredibile castello – che sembra uscir fuori direttamente dal centro della terra – di stagliarsi nel cielo.
Dunque per la sua storia, per il suo splendido affaccio sul Tevere, per l’integrità delle sue strade che, a spirale, si inerpicano verso il castello, Nazzano non può mancare tra le tappe di chi voglia visitare la Valle del Tevere.
Quando vi ci troverete, però, scoprirete una vivacità culturale importante, che va oltre quello che si potrebbe a prima vista pensare: quindi provate a far coincidere almeno una delle vostre visite a Nazzano con una delle manifestazioni delle quali trovate il programma in queste pagine.
Nazzano: la Storia
La presenza umana nell’area di Nazzano è molto antica. La fertilità della pianura del Tevere unitamente alla posizione dominante (e quindi intrinsecamente sicura) delle alture intorno al corso del fiume, fecero scegliere questa area come residenza stabile già dalla tarda età del bronzo. Il colle su cui attualmente sorge Sant’Antino fu probabilmente il polo attorno al quale si sviluppò la presenza umana che continuò poi nei secoli fino alla progressiva espansione di Roma a spese delle popolazioni autoctone. Fu proprio la navigabilità del Tevere e – forse ancor di più – la facilità di guado in quel tratto, a determinare lo svilupparsi della presenza umana nell’area e poi, dopo il crollo del sistema romano, la ripresa e lo sviluppo di quell’insediamento che conosciamo oggi.
La prima testimonianza “archivistica” medievale di Nazzano è del 948 d.C.: si tratta di un “casale” sotto il controllo dell’Abbazia di Farfa mentre nel 952 troviamo la più antica traccia dell’esistenza di Sant’Antimo. Da una bolla di Gregorio VII del 1081 veniamo a conoscenza dell’esistenza di un castellum a Nazanum donato da un tale Farulfus al monastero romano di San Paolo fuori le Mura in un momento anteriore al 1081.
Per avere un’idea della e dinamiche che, nell’XI secolo, interessavano quest’area è importante notare come dall’altro lato del Tevere vi fosse la potentissima Abbazia di Farfa, fedele all’imperatore, mentre sulla riva destra i monaci di San Paolo tenevano saldamente Capena, Morlupo, Fiano, Civitella, Nazzano ed altri centri come a formare una linea difensiva a guardia dell’accesso di Roma per la via del Tevere. Da quel 1081 di cui abbiamo detto, il castello di Nazzano passò di mano tra le grandi famiglie romane numerose volte nel corso dei secoli per essere certamente dei Savelli tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400. A metà di quel secolo, Nazzano tornò sotto il controllo dei monaci di San Paolo che intervennero a quel punto in modo significativo sul castello: all’inizio del ‘500 il castello era così completato nella sua forma attuale.
Il Museo del Fiume
Situato ai piedi della rocca, con un suggestivo allestimento, il museo rappresenta il nucleo del sistema museale che ruota attorno all’area protetta assieme con il Museo della Notte e l’Ecomuseo di Casale Bussolini. Il museo si articola in varie sezioni a vocazione didattica create in funzione dell’approfondimento dei temi commessi all’ecosistema fluviale sia alle principali fasi storiche dell’area.
Chiesa di S. Valentino
Edificata nel 1665, l’attuale chiesa di San Valentino di Nazzano è un rudere, con il tetto completamente collassato ma con il pavimento ancora integro e realizzato con esagoni in materiale cementizio di colore rosso. E’ stata edificata nel 1665 nello stesso luogo dove esisteva una cappella della Madonna di S. Valentino. Le mura perimetrali sono ancora piuttosto stabili e sia all’esterno che all’interno rimangono dei lacerti di decorazione architettonica. Sotto al piano di calpestio dovrebbe essere presente una grande cripta che ospita le spoglie dei nazzanesi precedentemente sepolti nell’antico cimitero e qui trasferiti in occasione della costruzione di quello nuovo. Nell’elenco dei luoghi di culto della zona, conservato presso l’abbazia di Farfa (Regesto di Farfa), troviamo numerosi riferimenti a diverse chiese dedicate a S. Valentino. Una delle quali è ricordata come Fundum Pontianum ubi est aecclesia Sancti Valentinii, in un documento del 904, che con molta probabilità si riferisce alla chiesa di San Valentino.
Un punto di sacro che sta li da prima dell’anno 1000. Dal libro della Confraternita dell’Assunta sappiamo che all’interno della chiesa era conservato il sasso con l’impronta del ginocchio di San Valentino. L’esistenza di una chiesa precedente a quella seicentesca è suggerito oltre che dalla base muraria esterna sottostante la fabbrica attuale, anche dai pezzi di muratura di reimpiego tra cui risalta un frammento di marmo iscritto di epoca romana e murato nella facciata. Nel brogliardo del catasto Gregoriano del 1819 la chiesa di San Valentino figura come proprietà della Compagnia della Madonna dell’Assunta di Nazzano.