Sant’Antimo
La Basilica di Sant’Antimo sorge su una collina detta Sacro Monte all’ingresso del Paese. L’edificio è consacrato al Santo Patrono di Nazzano, Sant’Antimo, il quale ricevette, nel IV secolo, il martirio sulle sponde del vicino fiume Tevere dove fu annegato.
L’aspetto attuale della Basilica è del XII-XIII secolo, riconducibile al cd ‘stile cosmatesco’. I restauri del 1918 liberarono l’edificio di tutte le aggiunte occorse nei secoli successivi alla costruzione, eliminando tutte le cappelle laterali realizzate dal XVI secolo in poi. Grazie a Padre Bartolomeo Mirra, che nel 1894 redige un’accurata descrizione dell’edificio, possiamo farci un’idea di come doveva apparire la Basilica prima delle manipolazioni dei primi del Novecento. Sulla parete destra era presente la cappella dedicata a Nostro Signore Gesù Cristo, affrescata nel 1525. Nel Seicento altre due cappelle vennero realizzate sulla parete sinistra, una dedicata alla Vergine Lauretana e una alla Vergine Santissima delle Grazie. Furono inoltre sistemate le due cappelle ai lati dell’abside. Nel 1727, su commissione dei coniugi Bonelli e Francesca De Vecchi, venne realizzata un’altra cappella sul lato sinistro dedicata a San Francesco di Paola, di cui ne è testimonianza la lapide oggi affissa nel portico a sinistra con la data della realizzazione. In totale la Basilica di Sant’Antimo aveva visto l’aggiunta, nei secoli, di sette tra cappelle e altari, ben individuabili nella pianta riportata nel Catasto Gregoriano del 1819. All’edificio erano inoltre addossati la casa del custode ed un cimitero.
Attualmente la Basilica di Sant’Antimo si presenta a tre navate con abside semicircolare, nel presbiterio e nella schola cantorum sono ancora presenti gli antichi pavimenti cosmateschi del XII-XIII secolo. Le navate sono suddivise da tre colonne e un pilastro per lato, raccordate al colmo da arcate. Tutte le colonne sono di reimpiego e sormontate da capitelli ionici datati tra l’età romana ed il primo medioevo, disposti con le facce delle volute in senso trasversale rispetto alle navate. È probabile che questi pezzi antichi provengano da edifici di epoca romana presenti nella stessa località. I primi scavi archeologici dell’area si devono al Lanciani che nel 1868 rinvenne dei resti attribuibili ad un tempio circolare di epoca romana. Alla fine dell’Ottocento risale il restauro del portico antistante la facciata, con la sostituzione della quattro colonne originarie con pilastri in muratura. Nel 1918 la Soprintendenza ai Monumenti di Roma restaurò la chiesa, come ricordato nella lapide affissa nel portico, che di fatto cancellò tutte le aggiunte realizzate nel tempo con l’obiettivo di restituire una forma originaria alla Basilica di Sant’Antimo.
SANTA MARIA CONSOLATRICE
L’edificio sorge fuori della cinta muraria della rocca medievale, esso appartiene infatti all’ampliamento rinascimentale del paese verso ovest e sud-ovest. La facciata è sormontata da un’alta edicola con al suo interno la statua della Vergine.
L’interno è a navata unica, l’aula centrale è separata dalla zona presbiteriale attraverso un grande arco a sesto ribassato. Il soffitto sopra l’altare è costituito da volta a crociera, mentre il corpo centrale è coperto da un tetto a capriate lignee a vista. Nella controfacciata troviamo il coro sopraelevato che poggia su colonne in laterizi che dividono l’ingresso in tre campate con volte a crociera.
Prima degli ultimi restauri interni le pareti della chiesa risultavano decorati con semplici motivi floreali di cui non rimane alcuna traccia.
La Chiesa viene consacrata il 7 maggio 1488 a Santa Maria Assunta, sebbene nei documenti sia ricordata anche come Santa Maria della Cintola o Cintura, e dedicata a S. Maria e ai Martiri Lorenzo e Biagio. A cominciare dalla sua fondazione assume il ruolo di parrocchia di Nazzano. Ristrutturata nel 1853 dall’abate di San Paolo fuori le mura, Simplicio Pappalettere, la Chiesa viene liberata dalle costruzioni addossate, tra cui l’antica porta Santa Maria che guardava verso sud, e cambia il titolo in Santa Maria Consolatrice. In quest’occasione viene completamente obliterata l’antica facciata quattrocentesca, sostituita con decorazioni di gusto neoclassico. Nell’Archivio Storico dell’Abbazia di San Paolo f. l. m. sono conservati alcuni progetti dei restauri ottocenteschi, uno dei quali prevedeva per la facciata e l’interno della Chiesa una ristrutturazione con un’interessante decorazione di gusto neogotico. Si è ipotizzato che proprio in seguito a questo restauro venne collocato nella zona absidale il dipinto murale staccato attribuito ad Antoniazzo Romano e raffigurante una Madonna con bambino. In un restauro degli anni settanta (1977-1978) viene tolto il soffitto a cassettoni e vengono sostituite le travi lignee del tetto.